Psicopatico: professionista o criminale?

Che cos’è la psicopatia? Quali sono i tratti salienti di una persona psicopatica? Leggi il mio articolo e approfondisci il tema con i titoli consigliati.

Psicopatico: professionista o criminale?

Quali sono i tratti salienti?

Il termine psicopatico è largamente usato nel linguaggio comune, la maggior parte delle volte in modo errato, come sinonimo di “folle” o “cattivo”. Seppur errati, questi riferimenti non sono del tutto infondati. Infatti, la psicopatia ha dei tratti che possono predisporre al comportamento criminale (irresponsabilità, impulsività) e da lì al sinonimo è un attimo.

Tuttavia, esistono ulteriori tratti quali la freddezza emotiva, la manipolazione e l’egocentrismo che possono anche essere funzionali a raggiungere l’apice in alcune carriere. Interessantissimo, in questo senso, il libro di Robert Hare e Paul Babiak “Snakes in suits: when psychopaths go to work”.

Robert Hare e Harvey Cleckey.

Decisivi per quanto riguarda la psicopatia nell’attuale definizione sono i lavori di Robert Hare e Harvey Cleckey.

Harvey Cleckley, nel suo famoso libro “The mask of Sanity” prende in considerazione un gruppo di criminali, ricoverati in ospedale piuttosto che reclusi in prigione. In questo scritto, Cleckey delinea tredici criteri per la diagnosi di psicopatia, quali assenza di rimorso, insensibilità verso le relazioni, falsità. Quella di Cleckley è la prima descrizione clinica completa del soggetto psicopatico ed è basata sui suoi casi clinici.

Una caratteristica che accomuna quasi tutti gli psicopatici è il modo superficiale e indifferente di rapportarsi agli altri, la loro mancanza di umanità. La personalità inferibile dai tratti proposti da Cleckey non solo è caratterizzata da un comportamento irresponsabile persistente ma, anche e soprattutto, da un’importante freddezza emotiva.

Possiamo facilmente vedere come la freddezza emotiva può portare a comportamenti devianti (pensiamo all’omicidio a sangue freddo) ma anche ad alcuni utili in ambiti lavorativi particolarmente competitivi ed insensibili, dove spiccano i cosiddetti “squali”.

Sia Hare che Cleckey sostengono l’impossibilità di delineare il profilo del perfetto psicopatico. Infatti, pur riuscendo a riconoscere dei tratti comuni non si può fare un identikit preciso, dal momento che lo psicopatico è molto bravo a mascherarsi davanti alle persone, al fine di manipolare o ingannare chi ha davanti.