Fobie ossessive: cosa sono e come curarle

Fobie ossessive: cosa sono e come curarle

Fobia ossessiva è un termine alquanto improprio, ma che sento usare sempre più spesso. È un connubio tra fobia e ossessione, due concetti ben distinti. La fobia è una paura eccessiva ed immotivata di qualche specifico oggetto, animale, situazione (es. aghi, ascensori…) mentre l’ossessione si caratterizza come un pensiero fisso e fastidioso che ci martella di continuo (es. paura di buttarsi da un ponte, di aggredire qualcuno per strada, di contrarre una malattia…). Probabilmente, nel gergo comune vengono unite in quanto entrambe hanno alla base una paura irrazionale: nella fobia è esterna (es. i ragni), nell’ossessione è interna (es. paura di non provare determinati sentimenti per la persona che ci sta accanto).

Vediamole separatamente.

Le fobie: sono una paura irrazionale o razionale?

Come appena anticipato sono paure paralizzanti e totalizzanti, eccessive e sproporzionate rispetto allo stimolo cui si riferiscono. Non trovano spiegazioni razionali e non sono controllabili: portano, così, ad evitare le situazioni, gli oggetti o le persone che si temono, comportando altissimi gradi di stress e disfunzionalità. Entrare in contatto con lo stimolo temuto può provocare anche sintomi fisici simili a quelli ansiosi, quali respiro veloce, palpitazioni, accelerazione della frequenza cardiaca, secchezza delle fauci… Tali sintomi, nei casi più gravi, possono svilupparsi anche solo pensando a quanto temuto.

Come nascono le fobie?

Come per tutti i disturbi della sfera psicologica, non esiste una risposta univoca e precisa: si ritiene, infatti, che tanto la componente genetica quanto quella ambientale giochino un ruolo fondamentale nello sviluppo di queste caratteristiche personologiche e sintomatiche. Ciò significa che se si ha una determinata predisposizione genetica sarà più facile incorrere in una determinata fobia, così come se si cresce in un certo ambiente si potrebbe riscontrare una certa fobia.
Spesso si pensa che la fobia sia correlata ad un trauma: in alcuni casi si ha questo riscontro, anche se l’oggetto della fobia non è detto sia l’oggetto specifico del trauma subito, ma qualcosa che lo evochi. Ad esempio, se una persona ha la fobia delle api non è detto che l’abbia sviluppata in seguito al trauma dovuto alla puntura subita ad 8 anni; potrebbe essere, invece, che sia stata la reazione eccessivamente preoccupata della madre a traumatizzare la persona e, quindi, ad innestare la fobia. La causa, quindi, è sempre altamente soggettiva e spesso inconsapevole: ed è questo il motivo per cui la psicoterapia è il trattamento più indicato nella cura delle fobie.

Quali sono le fobie più comuni?

Pur assumendo un significato diverso per ogni soggetto che la sperimenta, esistono caratteristiche che possono accumunare vari tipi di fobie. La più frequente è l’ansia sociale, ossia l’eccessiva preoccupazione per il giudizio e le opinioni altrui. Questo disturbo comporta una forte paura di esporsi, di dire o fare la cosa sbagliata, di quello che gli altri pensano, provocando sensazioni di inadeguatezza, disagio e ansia. Può essere specifica (es. il parlare in pubblico) o generalizzata, ossia inerente qualsiasi situazione sociale e, pertanto, molto più disabilitante.

Molto comune è anche l’agorafobia, la paura di essere in un luogo dal quale è difficile fuggire qualora succeda qualcosa (es. treno, luoghi affollati, cinema…). La persona che ne è affetta, provando ansia in tali situazioni, tende ad evitarle, per evitare l’ansia provocata dall’esposizione.

C’è poi l’ampio campo delle fobie specifiche, che differiscono dalle altre tipologie in quanto non presentano ansia pervasiva, ma limitata alla natura circoscritta di esse. Ne indico alcune tra le più comuni:

  • acatartofobia (paura dello sporco e della polvere);
  • aracnofobia (paura dei ragni);
  • aviofobia (paura di volare);
  • claustrofobia (paura degli spazi chiusi);
  • emofobia (paura di sangue, aghi e siringhe);
  • misofobia (paura dei germi).

Le ossessioni: da cosa derivano e cosa sono

Le ossessioni sono pensieri che si intromettono nella nostra testa in modo estraneo, fastidioso e persistente e che finiscono per creare stati di ansia e agitazione; sono spesso connesse a delle paure inconsapevoli e profonde, legate ad un vissuto antico, non sempre immediatamente accessibile o rievocabile.

Sono uno dei sintomi più comuni dei disturbi d’ansia ed il sintomo distintivo del disturbo ossessivo-compulsivo, sempre parte della più ampia sfera di quelli d’ansia. Tra i pensieri ossessivi più comuni troviamo:

  • l’incertezza dei propri sentimenti nei confronti del partner;
  • la paura di contrarre qualche malattia;
  • la preoccupazione in merito a determinati compiti (es. preoccuparsi di aver chiuso bene la porta di casa, di aver inserito la sicura nell’auto…);
  • la fissazione sull’igiene;
  • immagini intrusive pornografiche.

Ecco, invece, come si presentano in altri disturbi d’ansia:

  • nella fobia sociale, come già menzionato, l’ossessione prende forma nel pensiero di provare imbarazzo al cospetto di determinate persone e/o situazioni, sia passate che future;
  • nelle fobie specifiche, consiste nel pensare incessantemente all’oggetto della propria paura (es. nella misofobia, rimuginare costantemente a che cosa potrebbe essere infetto);
  • nel disturbo da attacchi di panico, i pensieri in merito possono diventare l’unica preoccupazione, addirittura sfociando poi nel panico vero e proprio, auto provocandoselo;
  • nel PTSD (disturbo post traumatico da stress) si rivivono col pensiero i traumi vissuti, intrusivamente e vividamente.

Cosa comportano i pensieri ossessivi?

I pensieri ossessivi sono molto distanti tra loro e con un grado di angoscia più o meno intenso; quello che li accomuna tutti è il disagio significativo che causano a chi li sperimenta, così come la difficoltà ad andarsene una volta impossessati della mente.

Associati ad essi, spesso si trovano le compulsioni, ossia comportamenti messi in atto nel tentativo di ridurre i pensieri ossessivi ed esorcizzare la paura che il pensiero si attui davvero. Ad esempio, la paura di contrarre una malattia per contaminazione (ossessione) porterà a lavare ripetutamente le mani (compulsione) fino a creare un vero e proprio rituale, per aggirare l’ossessione. Tale rituale, però, andrà ad inficiare negativamente l’andamento della vita di chi lo attua, ad esempio portando il soggetto a lavarsi le mani ogni volta che entra in contatto con qualcosa, fino ad escoriarsele.

Il circolo vizioso dei pensieri ossessivi

“Ma dai, basta non pensarci!” dicono i non addetti ai lavori. No, invece! Paradossalmente, sforzarsi di non pensare a qualcosa induce a pensarci di più, in quanto ci si sofferma proprio su ciò che si sta cercando di evitare. Tuttavia, dal momento che i pensieri ossessivi producono significativi disagi, è automatico che si cerchi di non averli: ecco creato un bel circolo vizioso!

Come posso liberare la mente da un’ossessione? Si può guarire da una ossessione?

Come uscirne, allora? Sono tante le persone che negli anni si sono rivolte a me per guarire da una ossessione, da una fobia o per gestire l’ansia connessa, in quanto invalidante.Sebbene nei casi più compromessi consiglio di affiancare alla psicoterapia un aiuto farmacologico, per renderla più efficace, la psicoterapia è sicuramente il metodo migliore per gestire le fobie e le ossessioni: il mio approccio, come sempre, si basa sulla ricerca dell’unicità del caso analizzato, perché per me ogni persona è unica e merita un percorso sviluppato ad hoc. È fondamentale capire l’origine della fobia così come dell’ossessione, andando a scovare il significato inconscio che esse assumono nella vita di chi ne soffre. Per questo, mi concentro sempre sull’ascolto delle vicende personali, dei vissuti dei miei pazienti, così come sull’analisi delle paure, per elaborare un modo di fronteggiarle.