11 Ott L’importanza di cambiare prospettiva
Hai mai sentito parlare di reframing? No? Continua a leggere e scoprirai come è possibile cambiare prospettiva di vita con dei semplici accorgimenti!
Cos’è il reframing e a cosa serve?
Il reframing, traducibile in italiano come ristrutturazione / riformulazione, è un processo cognitivo che aiuta a cambiare le modalità con le quali si percepisce un evento, un problema, un modello comportamentale, così da cambiarne il significato soggettivo che prima gli si attribuiva.
Parte dal presupposto che tutto è relativo: non esistono situazioni negative o positive a prescindere, tutto dipende da come le si vive.
Come possiamo portare questo a nostro vantaggio?
Cercando di apprendere come sviluppare atteggiamenti mentali positivi. Ecco lo scopo della tecnica del reframing, nata nel contesto della PNL[1]: creare punti di vista alternativi per modificare in meglio le nostre esperienze di vita.
Come si può cambiare la propria prospettiva?
In quest’ottica, non esistono pessimisti e ottimisti, ma persone abili a ristrutturare positivamente le loro esperienze e persone che si affossano da sole.
Innanzitutto, anche i presupposti dai quali partiamo sono importanti: davanti agli imprevisti, ti focalizzi sul problema o sulla soluzione? Se sei solit* formulare pensieri del tipo “Perché è successo proprio a me?”; “Lo sapevo, avrei dovuto fare x anziché y…”; “E ora? Tutto è perduto” tendi a focalizzarti più sul problema che sulla soluzione, depotenziando la tua capacità di superare l’ostacolo in questione.
Se, invece, sei più avvezz* a frasi tipo “è andata così, ora che posso fare?”; “la prossima volta so che x non va bene, farò y…”; “c’è qualcuno che può aiutarmi?” sei già sulla buona strada per risolvere il problema: eviti di affossarti da sol*.
La nostra attitudine cambia la percezione del problema e le risorse alle quali attingere per affrontarlo.
L’importanza delle parti in psicoterapia.
La PNL ha sviluppato alcune tecniche per aiutare un corretto reframing cognitivo. Molto utile è osservare il problema cercando di adottare occhi altrui, immaginando scenari alternativi, oppure vedere il proprio fallimento come agito da una parte di noi. È ormai costante di vari approcci psicoterapeutici ricorrere alle parti per affrontare i problemi posti dai pazienti. Noi tutti siamo infatti composti da più parti che, spesso, entrano in conflitto tra loro creando disequilibri e, quindi, sintomi fastidiosi. Riuscire a identificare le varie parti che compongono il sé è utilissimo anche per il reframing perché permette di:
- ricordare che i nostri comportamenti / pensieri / emozioni sono rappresentativi di una parte di noi, non sono indice di tutto ciò che siamo;
- spostare il focus dal fatto tangibile al motivo sottostante;
- riconoscere che, spesso, comportamenti che viviamo come disfunzionali nascono per benefici secondari, dei quali siamo inconsapevoli ma che ci condizionano profondamente;
- creare nuove strategie per far sì che le nostre parti dialoghino in modo costruttivo, per trovare nuove soluzioni.
Le distorsioni cognitive: come ci sabotiamo.
Altra tecnica molto usata in psicoterapia è la ristrutturazione cognitiva: aiutare il paziente a identificare le sue distorsioni cognitive per poterle modificare. Con distorsione cognitiva si indicano tutti quei modi di pensare propri dell’essere umano che sono irrazionali, inutili e/o controproducenti. Ne esistono tantissime ma ognuno di noi ha la tendenza ad usare quasi sempre le stesse, facilmente “scovabili” da un terapeuta, difficilmente da soli.
Alcuni esempi sono:
- pensare in bianco o nero, senza tenere conto della sfumatura delle situazioni/delle persone. Essendo il mondo complesso, è impossibile che si riduca a questa dicotomia;
- generalizzare eccessivamente, ad esempio “mi ha tradit*, ora non posso più fidarmi di nessuno”; “sono stat* male dopo aver mangiato quella cosa; sono sicuramente allergic*”; “non ho passato l’esame, non riuscirò mai”;
- prendere sul personale ciò che non lo è “non è d’accordo con me, mi odia”;
- distorcere il passato, in base a come l’esperienza di un avvenimento sia cambiata nel tempo, perdendo contatto con la sua oggettività.
Conclusioni sul reframing cognitivo.
Attraverso il reframing cognitivo è possibile raggiungere vari miglioramenti nella propria vita, in quanto incoraggia il pensiero positivo, aiuta ad essere realistici nelle proprie aspettative, a fronteggiare situazioni avverse e a cambiare la propria percezione.
Se è qualcosa che ti incuriosisce ma che non riesci a mettere in pratica, può essere utile contattare uno specialista per un punto di vista esterno e professionale. Contattami pure!
[1] PNL è l’acronimo di Programmazione Neuro-Linguistica, disciplina che studia l’influenza del linguaggio sugli schemi di pensiero, in modo da sfruttarli a proprio vantaggio per cambiare pensieri, emozioni e comportamento.