Dipendenza dal gioco: come uscirne?

Dipendenza dal gioco: come uscirne?

Un fenomeno sempre più diffuso ma spesso non pienamente compreso: che cos’è davvero la dipendenza dal gioco e in che modo affligge non solo il giocatore ma tutta la comunità? Tutta la comunità perché nell’ultimo periodo, la crisi economica ha aumentato questo fenomeno: con la diminuzione del lavoro e delle disponibilità economiche, molte persone si danno al gioco sperando di migliorare le proprie condizioni di vita. Sarebbe quindi necessario sviluppare delle politiche di prevenzione in questo senso. Inoltre, anche i familiari del giocatore risentono de disturbo e, pertanto, non è mai una sofferenza “univoca”.

Il “gioco” in questione è quello d’azzardo, così definito proprio perché il suo esito non ha niente a che vedere con l’abilità del giocatore, ma è puramente casuale. Il dizionario Treccani definisce giochi d’azzardo “quelli, come i dadi, la roulette, il baccarat, ecc., nei quali ricorre il fine di lucro, e la vincita o la perdita è interamente o quasi interamente aleatoria, l’abilità avendovi importanza trascurabile”.

Dipendenza dal gioco: slot machine, gratta e vinci e sistemi simili. Vediamo di cosa si tratta.

Il gioco d’azzardo patologico (o disturbo da gioco d’azzardo, azzardopatia o, impropriamente, ludopatia) è un disturbo inquadrato nelle dipendenze comportamentali essendo un disturbo da controllo degli impulsi (DSM 5, Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali). È una vera e propria dipendenza, chi ne è affetto non riesce a smettere di giocare, aumentando col tempo la frequenza, il tempo e la somma dedicati, arrivando a spendere più di quanto si possa permettere. Le caratteristiche di tale disturbo, oltre ad una forte incapacità di controllare gli impulsi, è la presenza di distorsioni cognitive, ossia la percezione errata della realtà e delle proprie capacità. Infatti, il giocatore d’azzardo patologico è convinto di poter controllare l’esito delle giocate, distorcendo le situazioni nelle quali una combinazione si avvicina alla sua come “quasi vincite”, per percepirle come incentivo a proseguire.

Purtroppo, i programmatori di Lotterie e di Slot Machine sono ben a conoscenza di questo fenomeno e, pertanto, lo sfruttano nelle loro combinazioni, per incoraggiare il giocatore a continuare. Sembra infatti che la strategia di questi sistemi si basi proprio sul far credere al giocatore di essere prossimo alla vincita. Studi dimostrano che la quantità di dopamina prodotta dal cervello in una situazione di “quasi vincita” sia superiore a quella in cui il giocatore abbia effettivamente vinto. Inoltre, la diffusione di internet agevola questo fenomeno e ne ha modificati alcuni connotati, rendendo chiunque un potenziale giocatore compulsivo e rendendo difficile la sua individuazione, che faciliterebbe un intervento d’aiuto. Oltre alla funzione di socialità insita nel gioco, online manca anche l’effetto inibitorio che alle volte scaturisce in maniera funzionale dal giudizio degli altri.

I criteri con cui viene classificato il disturbo da gioco.

Generalmente, il gioco d’azzardo patologico viene definito come un comportamento problematico persistente e ricorrente, che comporta difficoltà o disagio clinicamente significativi. Seguendo il DSM 5, ecco i criteri per poterlo diagnosticare (la diagnosi può essere effettuata in presenza di quattro o più criteri per più di 12 mesi):

  • Necessità di quantità crescenti di denaro per raggiungere l’eccitazione desiderata;
  • Se si tenta di interrompere o ridurre il gioco si sperimenta irrequietezza / irritabilità;
  • Ripetuti e fallimentari tentativi di controllare / ridurre / interrompere il gioco;
  • Il gioco assorbe eccessivamente la vita del giocatore;
  • Disagio quando si gioca;
  • Il giocatore mente per nascondere il suo coinvolgimento;
  • Dopo aver perso, replica il comportamento nel tentativo di “rifarsi”;
  • Il gioco ha causato e/o causa disagi nella sfera relazionale / sociale / lavorativa;
  • La situazione finanziaria del giocatore è compromessa a causa del gioco e, di conseguenza, il giocatore fa affidamento su altri per reperire il denaro necessario.

A chi rivolgersi quando siamo dipendenti dal gioco?

Come per ogni grave problematica, il consiglio è quello di rivolgersi ad un professionista il prima possibile. In questi casi, appena ci si accorge che l’impulso al gioco è praticamente incontrollabile e che le proprie finanze non riescono a starci dietro. Questo, purtroppo, quasi mai avviene.

Ormai è praticamente assodato che chi sviluppa una dipendenza dal gioco d’azzardo presenta anche altre problematiche. In questi casi, si parla di comorbilità del disturbo con altri disturbi psicologici o psichiatrici, in particolare: dipendenze (alcolismo, stupefacenti, farmaci); disturbi dell’umore; disturbi d’ansia; disturbi di personalità; discontrollo degli impulsi. È questo il motivo per il quale alcune persone sviluppano la dipendenza da gioco e altre no.

E quindi? A chi rivolgersi?

Rivolgersi ad uno psicoterapeuta o psichiatra è necessario per effettuare una prima analisi del sintomo e capire in che maniera intervenire, riconoscendo anche cosa ha determinato all’origine la problematica e cosa rende difficile uscirne. Spesso, è la famiglia che si rivolge a un professionista, che può essere coinvolta nel processo terapeutico ma che, senza la collaborazione del soggetto, non può fare più di tanto.

Esistono poi varie possibilità di trattamento per la dipendenza da gioco d’azzardo: la psicoterapia può essere individuale e di gruppo, esistono strutture residenziali apposite, gruppi di auto aiuto, trattamenti psichiatrici e farmacologici per i casi più problematici. I servizi pubblici del nostro Sistema Sanitario includono i SerD (Servizi Dipendenza), che si occupano di prevenire, curare e recuperare le persone affette da un qualche tipo di dipendenza, tra cui quindi anche chi soffre di gioco d’azzardo patologico.

Alcuni numeri sulla dipendenza dal gioco: il caso di Andria.

Spinta dal desiderio di conoscere meglio la situazione nel contesto in cui opero, ovvero la provincia di Andria, ho fatto alcune ricerche sullo stato di questa patologia. Il problema del gioco d’azzardo dovrebbe interessare tutti in quanto muove cifre di denaro elevatissime: nel 2019 sono oltre 122 milioni di euro quelli spesi ad Andria in gioco d’azzardo[1]. Anche se durante la pandemia Covid-19 queste attività sono diminuite notevolmente, grazie alle restrizioni, sono aumentate online e l’anno scorso si è assistito a un picco non appena le norme sono state allentate. Questi i dati di uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione con l’Istituto Mario Negri, l’Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la rete Oncologica (ISPRO), l’Università degli studi di Pavia e l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano sull’abitudine al gioco degli italiani.

I giochi più in voga sono il Gratta e Vinci per quanto riguarda l’offline e le Scommesse Sportive e le Slot Machines per quanto riguarda il gioco online. Anche la pratica dei videogiochi è aumentata esponenzialmente, soprattutto per quanto riguarda quelli gratuiti nei quali è possibile pagare per avanzare nel gioco (es. CandyCrush). Purtroppo, questi risultati ci informano che la popolazione che pratica gioco d’azzardo è aumentata durante la pandemia di Covid-19: non c’è da stupirsi dato che i comportamenti di dipendenza, come scritto prima, sono fortemente connessi a situazioni di disagio emotivo. È per questo che sarebbero necessarie richiederebbe politiche urgenti per aiutare la popolazione più vulnerabile in questo senso.


[1] Dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ente garante della legalità e della sicurezza in materia di apparecchi e congegni da divertimento e intrattenimento.

Perché alcuni soggetti diventano dipendenti dal gioco e altri no?

Ci sono molti aspetti che concorrono a far emergere la dipendenza da gioco, in genere tutti riconducibili ad uno stato di disagio interiore. Questa condizione, che tende a staccare la persona da un giudizio lucido della realtà, può essere causata da diversi fattori, spesso legati a una difficoltà a relazionarsi con se stessi e con gli altri. Tutto ciò porta il soggetto a rifugiarsi in qualcosa che possa dare emozioni forti e l’illusione che la propria vita possa magicamente cambiare. Nulla di più falso e pericoloso.

Per questo vale la pena non perdere tempo nel momento in cui si notano comportamenti sospetti nei propri cari: nel momento in cui la dipendenza diventa cronica il percorso per curarla diventa più difficile e impervio.
Nella mia attività di psicoterapeuta ho avuto l’opportunità di accompagnare persone verso la liberazione dalla patologia da gioco. Un lavoro che ha richiesto tempo e diversi step di avvicinamento alla persona, per poter instaurare un rapporto di fiducia e di apertura incondizionati.

Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi.
Sono a disposizione per fornire ulteriori informazioni in merito e aiutarti.