Filofobia: la paura di amare

Filofobia: la paura di amare | Rebecca Rossi Psicoterapeuta

Filofobia: la paura di amare

Filofobia: cos’è?

Cos’è la filofobia in psicologia? È la parola stessa che ce lo dice: paura dell’amore. E quand’è che l’uomo (o la donna) ha paura di amare? La risposta è molto complessa, come tutte le questioni di ordine psichico, ma proveremo a darla in questo articolo.

Iniziamo scrivendo di relazioni, amore ed innamoramento. Vien da sé che sono situazioni della vita che portano con loro emozioni forti e contrastanti quali l’euforia e la paura, la felicità e l’incertezza, l’adrenalina e la malinconia. Capita, quindi, che alcune persone non riescano a vivere bene questi primi segnali di innamoramento, sentendosi minacciati. Cercano così di evitarli, per difendersi, facendo fatica a lasciarsi andare e sviluppando quella che può diventare una vera e propria fobia, la filofobia per l’appunto.

 

Filofobia: quali sono i sintomi?

Essendo una fobia specifica, ossia circoscritta ad un determinato campo di azione (ti invito a leggere il mio articolo “Fobie ossessive: cosa sono e come curarle” per saperne di più), la persona filofobica presenta determinati sintomi solo in presenza dello stimolo pauroso, ossia una relazione amorosa e/o la presenza del partner. Si possono presentare sia sintomi fisici (es. nausea, battito accelerato, agitazione…) che mentali (es. pensieri intrusivi e negativi, incubi, ossessioni…). Il sintomo principale è sicuramente la paura di amare e/o di intraprendere una relazione sentimentale seria (se ne vuoi sapere di più su come sconfiggere le tue paure, leggi qui “Come affrontare e sconfiggere la paura”).

La conseguenza principale è l’evitamento delle sensazioni che provocano ansia, come in tutte le fobie specifiche. In questo caso, si tenderanno ad evitare le relazioni e/o la persona della quale ci si è innamorati. A volte, per allontanarsi maggiormente, la persona filofobica tenderà a cercare difetti nel partner, in modo da convincersi che la cosa giusta da fare sia mantenere le distanze.
Altra “strategia” è scegliere inconsapevolmente partner “irraggiungibili” così da non doversi nemmeno mettere in gioco nella sfera intima. Oppure, la relazione si rompe per frequenti litigi causati proprio dall’atteggiamento della persona filofobica. Anche il ghosting, (ossia il chiudere una relazione semplicemente sparendo, non lasciando né tracce né spiegazioni) è un altro comportamento tipico in queste situazioni.

Spesso vi è una forte ambivalenza nelle persone filofobiche: da una parte vorrebbero una relazione, si sentono attratte dal partner e dai sentimenti che suscita; dall’altra, sono sopraffatte dalle attivazioni fisiologiche dettate dalla paura delle medesime emozioni che attraggono. Come per le altre fobie, può esserci consapevolezza della problematica insita nelle proprie reazioni, ma senza comprensione del perché.

Cerchiamo allora di capire assieme come può nascere questa paura di amare.

 

Filofobia: quali sono le cause?

Non è stata trovata una causa unica per questo tipo di problematica, ma possiamo elencare le più comuni:

 

Filofobia: le sue conseguenze sulla relazione

Stare con una persona che ha fobia delle relazioni / dell’amore sembra un controsenso. Eppure, ci sono persone che riescono ad intraprendere relazioni, seppur poi non riescano a mantenerle in modo soddisfacente. Esempi sono persone che alternano momenti di vicinanza e di distacco, così come chi sembra di essere sempre sulla difensiva, chi non si lascia mai andare

Questi atteggiamenti sono tutti protettivi, anche se possono sembrare indice di disinteresse per chi li subisce. Possono generare, poi, difficoltà nella sfera sessuale, dato che il piacere fisico è di difficile raggiungimento in assenza di coinvolgimento.

Altra scelta protettiva, come accennato precedentemente, è quella di partner “irraggiungibili” (es. online / sposati / non interessati…) per evitare a priori di mettersi in gioco e sperimentare la temuta sintomatologia data dalle relazioni.

Quando la filofobia è conseguenza di un altro disagio (mi viene in mente “Il disturbo di personalità evitante”) le persone possono addirittura arrivare a ritirarsi in completa solitudine, sebbene ciò le faccia tremendamente soffrire.

 

Filofobia: ci sono dei rimedi?

Se la paura di amare diventa così forte da invalidare qualsiasi relazione o, comunque, se la sofferenza derivante da essa è elevata, è bene cercare aiuto specialistico. In psicoterapia, ci si orienterà sulla storia di vita della persona richiedente, in modo da dare un senso all’insorgenza del sintomo e, dopodiché, debellarlo.

Come in qualsiasi intervento psicoterapeutico, senza la consapevolezza del soggetto rispetto al proprio disturbo, ai suoi meccanismi ed implicazioni, si fa ben poco. Quando ci sono di mezzo le relazioni, diventa di estrema importanza essere disposti a toccare e mettere in gioco aspetti profondi della propria personalità, così come convinzioni portanti del proprio essere.

Le relazioni intime, quali quella psicoterapeutica, possono far sentire esposti, deboli, vulnerabili, proprio come le relazioni sentimentali. Questo parallelismo è molto importante, perché nella stanza di terapia si inizia a sperimentare come tale relazione possa anche essere fonte di nutrimento, gioia, condivisione e amore non nocivo.

Altro elemento importante che entra in campo in psicoterapia è la presa di coscienza di sé e della propria responsabilità: finché pensiamo di dipendere dagli altri, che sia per la nostra infelicità o felicità, per i nostri successi o insuccessi e così via, non riusciremo mai a prendere davvero in mano la nostra vita e non troveremo mai il coraggio di intraprendere relazioni interpersonali soddisfacenti.

Diventare invece consapevoli di sé, delle proprie emozioni, delle proprie paure, delle proprie risorse, è il primo passo per potersi vivere e poter vivere gli altri a pieno.

Scrivimi pure se questo tipo di percorso ti interessa! Ti lascio qui i miei contatti.